sabato 11 maggio 2019



ALFABETIZZAZIONE SPIRITUALE

Occorre costruire dentro di noi gli strumenti mancanti alla comprensione del Senso della Vita.  Mettetevi in gioco e immaginatevi di creare un gioco nuovo diciamo un videogioco: elementi del gioco un’isola con molta vegetazione e acqua, quindi cascate fiumi laghi poi spiagge e naturalmente animali.
Facendo riferimento all'equilibrio che la Natura crea in ogni cosa.
Tutto meraviglioso armonioso e vitale.
 Ecco ora fate sbarcare su questa isola i passeggeri di molte nazionalità differenti di una nave da crociera affondata scomparsa da ogni radar e altro.
E qui vi voglio, come pensate che queste migliaia di esseri troveranno il modo, si auspica in armonia, di convivere su questo luogo. E quanto inciderà su l’impatto ambientale la presenza di questa nuova comunità.
L’isola è il pianeta Terra i naufraghi siamo noi.
Il vecchio video gioco, quello che stiamo vivendo, è autodistruttivo servono nuovi paradigmi per uscire fuori da questo caos.
Il riflettere, l’approfondire e il conoscere la vera storia dell’umanità può aiutare e mettere in risalto dentro di noi ciò che più ci risuona a cui diamo un senso per trovare discernimento fra false credenze e verità nascoste.
Come l’umanità da secoli viene pilotata attraverso mistificazioni violenze e paure. L’uomo libero non ha paura, l’uomo libero sa che è suo diritto esistere e che niente gli manca perché Madre Terra nutre e accoglie ogni essere come una vera madre. Al suo centro vibra un cuore energetico un nucleo che attraverso l’interazione con l’universo crea il movimento la ciclicità la vita.
Tanto di meraviglioso di magico che diamo per scontato non riconoscendo la sacralità di tutto questo.







mercoledì 13 febbraio 2019

LA MIA ESSENZA



La Mia Essenza

La mia Essenza ha un profumo un colore e un suono; il profumo arriva come brezza marina delicata e avvolgente, si  mostra nelle sfumature dell’indaco e si accorda con il sol.  
Ma cosa è l’Essenza?  E’ la realtà propria e immutabile delle cose, intesa soprattutto come la forma generale, l’universale natura delle singole cose. L’Essenza quindi è il fondamento del ciò che realmente è.
Su questa Terra, nell’artefatto stile di vita a cui apparteniamo difficilmente andiamo o ricerchiamo l’essenza delle cose. A tutto è già stato etichettato e preformato e preparato per essere fruito, affinché noi Esseri di questo pianeta si fosse più attirati dalla forma che dalla sostanza delle cose stesse.
Incombe un disinutile (inutile dannoso) in ogni ambito, dal personale, al sociale e ambientale. E’ importante in un momento storico come il nostro alleggerirsi, iniziare a fare un inventario intimo e personale su ogni aspetto della nostra esistenza, attivandone un resoconto serio e imparziale su cosa possediamo (cose e relazioni), cosa è veramente utile per noi, cosa desideriamo continuare a tenere nella nostra Vita e cosa siamo pronti a lasciare andare.
Il viaggio verso la nostra Essenza è un viaggio tortuoso, si va per vicoli stretti e si possono incontrare lungo il cammino tempeste e mareggiate; poi torna il sereno e di nuovo tutto ricomincia. Ma ogni istante di quel viaggio, se fatto con il Cuore e nella consapevolezza, lascerà dentro ognuno doni di saggezza.
Immaginate che tutte le persone a voi care intraprendessero questo viaggio: potremo spronarle a seguirci. Che bello sarebbe potersi ritrovare e condividere il cammino! Ma per Le Leggi Divine solo ognuno di Noi può essere artefice delle proprie scelte e del proprio cammino e nonostante tutto l’amore, l’intenzione di bene che si possa mettere nell’indicare la Via ad un’altra persona, mai dobbiamo imporre o essere condizionanti per nessuno.
Quindi si evince che i traguardi del cammino verso la propria Essenza si attraversano in solitaria. Abbiamo l’esempio di grandi Maestri che attraverso le loro vite e le loro scritture ci hanno donato tanti insegnamenti.
Ma i tempi d’oggi sono complicati, vivere le città di oggi e come tornare alle insidie della giungla, e l’uomo soffre di tutto questo, l’uomo di suo tende ad adattarsi a quello che lo circonda creandosi infinite personalità che sempre più nascondono l’innata e intima Essenza.
Questo è accaduta a me per prima; fin da piccolissima, appena capace di comprendere di essere una persona a se stante, ho sentito di non essere amata dai miei genitori e da li ho indossato le infinite maschere per aderire a ciò che gli altri si aspettavano da me.
Fin da piccolissima rifiutavo il mio nome, non mi piaceva, ancora oggi non ci ho fatto pace. In più sentivo che quel nome mi portava via la possibilità di avere qualcosa che mi appartenesse e che mi rappresentasse, era il nome di mia nonna e qualsiasi fosse stato il suo nome mi sarebbe stato affibbiato, perché? Io non ero una cosa o un oggetto io ero una silenziosa e delicata bambina che voleva essere se stessa.
Crescendo sempre si è presentata questa tematica nella mia esistenza, chiunque può pensare che non sia così importante, ma credetemi c’è molto da riflettere.

martedì 22 gennaio 2019

Ingranaggi Generazionali




Nascere
Ingranaggi generazionali

Si nasce e solo per il fatto di manifestarsi su questo pianeta siamo soggetti a Leggi Fisiche e Spirituali oltre ad una serie infinita di annessi e connessi in base a luogo di nascita, cultura, genitori, ecc.
La nostra programmazione inconscia, con funzioni autonome, e le cure che riceviamo ci permettono di  portare avanti la nostra esistenza.
In quel primo periodo viviamo nel bisogno di essere accuditi sfamati e amati. E già da quei primi istanti abbiamo percezioni ed elaborazioni; in continuo con quelle che assorbiamo fin dalla presenza nel ventre materno. Le modalità con cui veniamo cresciuti in sinergia con la nostra intima e innata visione delle cose nel tempo ci forma, o meglio, si trasmuta nei nostri modi di dire fare e pensare.
Su queste parole è importante approfondire lo studio delle 5 Ferite.
Ogni evento vissuto da bambini può lasciare profonde ferite psicologiche e spirituali: conflitti e situazioni che sebbene appartengano al passato, restano nell’inconscio plasmandola nostra personalità e continuando ad esercitare la loro influenza nel quotidiano.
Ognuno di noi ha, di fatto un bambino interiore che continua a reagire a quel trauma, a quella ferita come se fosse ogni volta attuale, come se si sentisse nuovamente in pericolo, rimettendo in atto quello stesso schema che gli impedisce di rispondere in modo adeguato e adattivo.
Tale schema trae origine dalla tipologia di attaccamento con la figura di riferimento che si è occupato dell’accudimento pratico ed emotivo del bambino. Per capire le relazioni che stabiliamo nell’ età adulta e quindi gli schemi che perpetuiamo, è essenziale guardare a ritroso le figure importanti della nostra vita. Proprio a partire da questi costruiamo il nostro Io, la nostra identità e i modelli operativi interni che ci guideranno nelle relazioni e nell’interpretazione dell’ambiente circostante.
Un genitore responsivo dei bisogni del bambino, presente per le richieste di protezione e accudimento, emotivamente accogliente e di supporto concorrerà a creare un legame sicuro con il bambino che, da adulto, probabilmente diventerà una persona aperta e sicura di sé.
 Se tale legame è invece evitante, ambivalente o disorganizzato, genererà una visione distorta di sé, degli altri e del mondo, con conseguenti conflitti e difficoltà emotive, legati anche al tentativo di nascondere il dolore atavico tramite le molteplici maschere che cercherà di indossare, restando tuttavia ingabbiato ancora di più negli schemi dell’infanzia.

Le 5 ferite sono: Abbandono Rifiuto Umiliazione Tradimento Ingiustizia
Ogni ferita a sua volta, è all’origine di un particolare meccanismo comportamentale di protezione, istintivo e automatico, che ha lo scopo di evitare di rivivere da adulti quella stessa sofferenza dell’infanzia e che si attiva, durante tutta la nostra vita, ogni qual volta accade un evento che percepiamo e interpretiamo con un significato analogo a quello delle prime registrazioni. Questi meccanismi comportamentali automatici sono quelli che vengono chiamanti Machere.
Nell’età adulta, queste Maschere si rivelano però limitanti per l’individuo, facendogli percepire una sua irreale vulnerabilità e intrappolandolo, di conseguenza, in modalità relazionali ripetitive e vincolanti., che gli impediscono di maturare le sue piene potenzialità di adulto libero, consapevole e responsabile, in grado di relazionarsi con gli altri esseri umani in modo profondo e autentico. Ma le maschere non si manifestano solo a livello psicologico, ma anche e soprattutto a livello fisico, non sono altro che la somatizzazione fisica della ferita non risolta.
Lo spessore della maschera sarà in proporzione al grado della ferita. Ogni ferita corrisponde ad una tipologia di persona dotata di un carattere ben definito in quanto avrà sviluppato numerose credenze che ne influenzeranno gli atteggiamenti e il comportamento. Ad ogni ferita corrisponde una specifica maschera visibile:
Alla ferita del    Rifiuto         corrisponde la maschera del   Fuggitivo
Alla ferita dell’  Abbandono   corrisponde la maschera del   Dipendente
Alla ferita dell’  Umiliazione  corrisponde la maschera del   Masochista
Alla ferita del   Tradimento   corrisponde la maschera del   Controllore
Alla ferita dell’  Ingiustizia    corrisponde la maschera del   Rigido

Il lavoro è volto ad individuare le caratteristiche della propria maschera, dei limiti che questa comporta, per poter uscire dalle modalità circolari di schemi viziosi che impediscono relazioni autentiche e che impediscono alle ferite di rimarginarsi. Spesso ci sentiamo rifiutati, abbandonati, traditi, umiliati e trattati ingiustamente, ma in realtà ogni volta che ci sentiamo feriti è entrato in campo in nostro Ego, a cui piace credere che la colpa è di qualcun altro.
Ricordiamo che nella vita non esistono persone colpevoli, ma solo sofferenti, più accusiamo noi stessi o gli altri delle nostre sofferenze, più l’esperienza negativa tenderà a ripetersi.
Accusare serve solo a creare infelicità, dobbiamo invece imparare ad ascoltare la nostra ferita e il bambino che l’ha subita, accompagnandolo nel processo di guarigione che parte proprio dal riprendere in mano cosa vogliamo e sentiamo davvero.
                                                    Artemisia

giovedì 17 gennaio 2019

Come interpretiamo la realtà



Come interpretiamo la realtà

Con quale dei cinque sensi interpreti la realtà? Tutte le cose e i fatti che accadono intorno a Noi Vengono quotidianamente interpretati dalla nostra mente che, come una lente di ingrandimento, ne analizza le varie sfumature. Tuttavia ognuno di Noi lo fa in maniera differente e soggettiva, attraverso un linguaggio interiore diverso a seconda del senso e del sistema  di rappresentazione che utilizza maggiormente.

Vi capita di pensare, di un altra persona. “Non ci capiamo proprio, ragiona in maniera totalmente differente da me” o di notare come voi magari concentrate l’attenzione maggiormente su determinati dettagli mentre altre persone vicino a Voi ne colgono altre.

Per comprendere meglio questo fenomeno ci viene in aiuto la PNL (Programmazione Neuro Linguistica) la quale, analizzando i nostri comportamenti sia verbali che non verbali, ha stilato tre tipologie diverse di persone, a seconda del senso che maggiormente utilizzano per interpretare la realtà. Visive, Auditive e Cinestetiche.

Le persone prettamente Visive utilizzano principalmente la memoria legata alle immagini, le Auditive prestano più attenzione ai suoni che ascoltano. Le Cinestetiche vedono il mondo n maniera più tangibile, attraverso il filtro delle loro emozioni e sensazioni che il quel momento provano.

Se riflettiamo bene possiamo renderci conto di come solitamente tendiamo ad utilizzare uno dei cinque sensi in maniera più preponderante rispetto agli altri e ciò condiziona tutto il nostro modo di pensare e di interpretare la nostra vita.
Capire in che modo chi abbiamo davanti si rapporta alla realtà, può tornarci utile in tutti gli ambiti della nostra vita, dalla sfera professionale a quella relazionale e privata.

Comunicazione non verbale

Visivo
Le persone visive sono il 55% della popolazione, interpretano la realtà attraverso la vista basandosi sulle immagini che vedono e parlano attraverso metafore visive. Sono attratti dall’esteriorità, la loro memoria è principalmente fotografica e profondamente legata a quello che i loro occhi colgono e captano nella realtà che li circonda. Nella popolazione occidentale sono la maggioranza. Altre caratteristiche sono la respirazione veloce, gesticolare quasi a voler disegnare in aria i concetti, rivolgere lo sguardo verso l’alto e utilizzare un timbro di voce alto e molto accelerato. Sono estroverse, brillanti e talvolta impulsive, inclini alla competizione, amano immaginare e progettare.

Le persone Auditive sono il 20% della popolazione, utilizzano principalmente il senso dell’udito e colgono la realtà concentrandosi principalmente sui suoni, i rumori e i ritmi. L’ascolto per loro è fondamentale e danno molto importanza al dialogo e alle discussioni, e quindi al significato e all’utilizzo delle parole. Parlano in maniera sonora, ritmica, misurata, respirando in maniera regolare Sono persone introverse, riservate oltre che pacate.

Le persone Cinestetiche son il restante 25% della popolazione e vedono il mondo attraverso il filtro dei sensi più tangibili, ovvero il tatto, il gusto e l’olfatto. Tutta la loro vita viene interpretata in base alla loro emotività e alle loro sensazioni corporee, tattili e percettive descrivendo la realtà con metafore tratte dal mondo fisico. I cinestetici hanno una respirazione molto lenta , e molto lento è anche il loro modo di parlare ed esprimersi con tono quasi sempre basso. Tendono a ricercare contatto fisico con l’interlocutore. Sono persone socievoli, emotive che si fanno prendere da quello che in quel momento provano.

Un Modo semplice per capire a quale tipologia apparteniamo è quello di pensare a come reagite di fronte ad un evento, ad esempio la visione di un film al cinema: qual è la prima cosa che ricordiamo all’istante oche ci è rimasta più impressa dopo averso visto?
Le immagini e le riprese, i dialoghi e la colonna sonora o le sensazioni che avete provato?
Oppure immaginate una splendida spiaggia con un mare stupendo di fronte a voi. Su cosa si concentra la nostra attenzione? Sulle mille sfumature di blu del mare, sullo sciabordio delle onde e sul canto dei gabbiani o piuttosto sulla piacevole brezza marina e sulla sabbia calda sotto i piedi?

E’ bene precisare che nessuno di noi è visivo, auditivo o cinestetico al 100% ma piuttosto siamo ibridi di più canali anche se uno di essi tende ad essere predominante sugli altri.

Riuscire a capire chi abbiamo di fronte e come interpreta la realtà è un vantaggio per comprendere chi abbiamo di fronte e per saper relazionarci al meglio in ogni situazione.

                                                         Artemisia

mercoledì 2 gennaio 2019

UOMO COSMICO


Uomo Cosmico

Di cosa siamo fatti esattamente, di corpo e spirito, si pensa che il Corpo abbia in se un’Anima imprigionata , che si libera esclusivamente quando il corpo cessa le sue funzioni vitali, o quando e se quell’Anima si libera e viaggia in astrale. La verità è che l’Uomo è un’Anima e possiede un corpo, o meglio diversi corpi, poiché oltre al corpo visibile con il quale compie azioni in questo mondo, ne ha altri i quali non sono visibili all’occhio umano ed operano nel mondo emozionale e mentale.
In campo scientifico, nel corso dei secoli sono stati fatti grandi passi nella conoscenza del corpo fisico, capendo più o meno come esso funziona e suoi complicati meccanismi, ma gli sono ancora sconosciuti tutti gli altri corpi che possiede l’Anima.
La citazione greca di Socrate “Conosci te stesso e conoscerai L’universo e gli Dei” Da un valido spunto per capire di cosa siamo fatti, e dell’universo che ci circonda. La citazione asserisce che l’Uomo racchiude in se tutti gli elementi visibili e invisibili dell’universo, ed è quindi composto dagli stessi elementi materiali  e dalle stesse energie sottili. Ogni nostro corpo corrisponde ad un livello di esistenza, esistente nell ’Universo.

I Corpi non sono separati fra di loro, ma si compenetrano l’un l’altro.

Il nostro Corpo Fisico è solo una parte di ciò che siamo, è la manifestazione di una perfezione che si manifesta nella completezza assieme ad altri corpi di cui siamo composti. E’ una sorta di prolungamento di qualcosa di più sottile invisibile agli occhi fisici. Sappiamo infatti che oltre ad avere un corpo composto di carne, ossa e organi; abbiamo anche dei corpi sottili o energetici chiamati anche Aura.
Ogni organismo vivente è circondato da un campo di energia elettromagnetica chiamata AURA. Questo campo vibra a differenti frequenze e rispecchia il nostro stato Mentale, Fisico e il nostro Essere Interiore.
Studi fatti da due Fisici Russi, rese visibile a colori l’aura o bio-campo, attraverso l’uso di un apparato fotografico. Metodo Kirlian. In seguito questa ricerca fu portata avanti collegando i colori dell’aura allo stato Psico-emotivo della persona.
Noi siamo pura Energia, come del resto lo è l’immenso Universo di cui facciamo parte. Ogni pensiero, ogni emozione e sentimento che proviamo vibra ad una certa frequenza: emettendo frequenze alte, attireremo nella nostra vita armonia e benessere; al contrario emettendo frequenze basse attireremo ciò che ne è in risonanza.
Quando iniziamo a comprendere che siamo i responsabili di tutto ciò che ci è accaduto e ci accade, possiamo guardare tutto da un’altra prospettiva. Perché così come abbiamo generato quella realtà, possiamo cambiarla in ogni momento. Sta a noi assumerci la responsabilità della nostra salute e della nostra felicità, abbandonando il vecchio schema secondo cui la mente, che mente, additava gli altri come “colpevoli” di quello che ci era capitato.

Con la giusta consapevolezza siamo in grado di modificare questo punto di vista, accettando il nostro passato e onorandolo, perché è parte del nostro processo evolutivo, evitando l’errore di colpevolizzare noi stessi, in quanto creatori di situazioni negative.

Il motivo principale che impedisce alla nostra frequenza di elevarsi è rappresentato dai bisogni; per incontrarci con la vera nostra natura è quindi necessario accogliere le nostre debolezze e non vivere costantemente nel bisogno di soddisfarle ma accoglierle come tesori preziosi perché vanno a scuotere delle parti di noi che ancora devono essere risvegliate.

giovedì 20 dicembre 2018

Il Palcoscenico della Vita


Il Palcoscenico della Vita

Prendiamo atto del palcoscenico nel quale siamo collocati e dove stiamo recitando la Nostra Storia. Prendiamo atto che anche gli altri attorno a noi stanno interpretando un ruolo che, come noi, si sono scelti ma che man mano viene plasmato a propria misura.

Ognuno possiede, come guida, la Sceneggiatura del proprio ruolo ma spesso finisce per improvvisare, allontanandosi dalla falsariga del proprio  percorso.

Tutti noi, come nelle favole, amiamo il lieto fine ma come accade spesso nelle favole, si raggiunge il traguardo attraversando peripezie. Tante storie che si intrecciano e si intersecano, nel bene e nel male: ma ogni incontro, ogni tocco, ogni respiro è molto importante perché il tutto è collegato da fili invisibili che creano la Magia della Creazione.

Manchiamo di aver chiaro in noi l’impatto materiale e energetico che procuriamo su questo pianeta. Siamo inquilini di passaggio del pianeta Terra e come tali abbiamo l’obbligo di rispettare e mantenere in armonia questo luogo  anche per i prossimi abitanti, e non parlo solo del genere umano.

La meravigliosa Natura di questo Pianeta si esprime in mille sfaccettature e mille diversità a cui ancora non siamo in grado di  connetterci e accogliere dentro di noi a pieno. Siamo capaci di inquinare depredare e sprecare risorse ed esseri.

C’è necessità di migliorarsi e di buoni intenti, non dobbiamo aspettare che l’altro faccia il passo verso la buona strada e le buone pratiche. Ognuno di Noi deve partire da se stesso e divenire il cambiamento che desidera vedere all’esterno.
Nessuna guerra potrà cessare se prima non cessano i conflitti all’interno di ognuno di noi.

Possiamo prendere atto della commedia in cui stiamo recitando e se non ci appaga impariamo a riscrivere e armonizzare la sceneggiatura della sfera della nostra vita, come per magia l’armonia entrerà nel flusso delle dinamiche della nostra  quotidianità.
                                        Artemisia

martedì 18 dicembre 2018

Il Fiore di Loto

Il fiore di loto
in Oriente è legato a chi
sta approfondendo la
conoscenza di se stesso
attraverso un viaggio 
nel proprio mondo
interiore. Il fiore di loto
è soprattutto simbolo di
eleganza e di semplicità oltre che di purezza e di
bellezza. E' il simbolo della capacità di mantenersi
puri e integri nonostante ciò che ci circonda.